Vittorio Nazzareno
“Ipotenusa”
NATALE
SUL 904
Dono
di male
d'innocenti
affetti
andava veloce
verso
una grotta
Le
stelle piansero
gridando
agli infami
lo
sdegno del cielo
che
odio non vuole
E
voci infinite
in
ogni contrada
respinsero
i vili
che
amore non hanno
Eppure
fra gli astri
ancora si sente:
"A
voi sia pace,
ma
siate fratelli"
Schema di analisi strutturale
dono
- innocenti – affetti - male grotta
stelle
– cielo - pianto - infami – sdegno
Voce (respinge)
– amore
amore – pace
Questo
testo, sistema organico di parole che ha un senso e fa parte della “langue”,
non è il testo letterario comunemente inteso (argomento), ma l'extra testo che
viene verificato nella nostra analisi all'interno del testo stesso.
Dono-
affetto/stelle-cielo pianto –
sdegno – morte
Andare . gridare . piangere
Un
modo scientifico di affrontare il prodotto poetico che non sminuzza il fatto
poetico in arida analisi, ma definisce l'insieme di oggetti determinanti e
distinti della nostra intenzione e del nostro pensiero. La lingua in questo
senso è un organismo e un sistema: sistema di rapporti come atti interpretativi
della comunicazione.
904 -
dono - affetto - grotta – cielo
Nell'appercezione
sono implicite situazioni segniche a cui corrispondono dati: dono = cielo / 904
= grotta'
Essi
divengono quindi referenti e causa delle cognizioni, perché rappresentano un
indizio delle cose che sono con esse in relazione: una specie, per dirla con Russel, di “Analysis of mind”. Nella
poesia, in particolare in questa in esame, simbolo e referente sono
indirettamente connessi: (nella lingua parlata non indicheremo mai il cielo col
treno, un numero col destino ecc.) questo fa sì che la poesia diventi
universale non solo nel tempo, ma anche nella latitudine.
Il
valore di “Natale sul 904”, risiede nel suo essere simbolo e referente senza
che sia possibile una traduzione fedele in altra lingua.
Se
la parola è l'immagine della cosa, il 904 è l'espressione della realtà
dell'essere: un numero in riferimento del quale c'è un dono che diviene male,
I'affetto che diviene pianto, l'andare che diviene morte, il gridare che
diviene sdegno; il treno che è divenuto 904: traslato d'eccezione!La grandezza
di questa poesia sta nel fatto che parla d'un numero, in quel numero c'è la
vita in fiore su cui grava la mano del male che ha infranto, da sola, molti
cuori.
Le
strofe 3 e 4 sono da definire nel loro messaggio d'insieme: una metafora che
poteva benissimo essere sostituita da una sola parola: pace. Il testo
letterario è qui fatto salvo dall'autore, utopistico anche in fatto d'amore,
oltre che di democrazia, e assume coraggio per richiamare al messaggio umano e
semplice dell'amore nella espressione sua della persona, di se stesso e degli
altri.
Questa
ricerca, respinta da chi ignora gli affetti effettivi, diviene un pianto di
stelle ricorrenti nella poesia espressiva del male: le stelle di S. Lorenzo del
Pascoli, che esprimono col pianto la truce verità, divengono in Nazzareno
tramite unico di sdegno e, forse, nella evoluzione strutturale della poesia del
futuro, saranno causa diretta del male, ma... anche allora, a conferma della
universalità della poesia, si potrà dire: "Ce ne uscimmo a riveder le
stelle...".